La richiesta è stata depositata venerdì scorso. I legali di padre Gratien Alabi, Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, come da tempo annunciato, hanno inoltrato l’appello verso la sentenza che condanna il religioso a 27 anni di carcere per la scomparsa di Guerrina Piscaglia.
L’appello è stato formalizzato venerdì scorso e ieri sui social la notizia è stata divulgata con un ormai consueto tam tam. Dal giorno della sentenza sono passati tre mesi, 90 giorni. O quasi. Il termine ultimo per depositare la richiesta, infatti, era l’8 marzo. Ed era chiaro che i legali avessero intenzione di sfruttare tutto il tempo a loro disposizione: “La sentenza era composta da quasi 250 pagine, e non vogliamo lasciare niente al caso”, aveva dichiarato alcuni giorni fa Angeletti.
Cosa accadrà adesso? L’intenzione della difesa è quella di ribaltare la situazione. Il giudice di appello infatti, ha la facoltà di dichiarare la nullità totale o parziale della sentenza appellata. Ed è plausibile che la sentenza di secondo grado arrivi entro l’inizio dell’estate. Secondo quanto auspicato dalla difesa, se i giudici terranno conto della condizione di padre Gratien, sottoposto a misura cautelare, il procedimento potrebbe prendere il via già a maggio. Poi, se la Corte fiorentina non richiederà l’ascolto di testi o ulteriori perizie, l’intero processo potrebbe concludersi in due udienze.
Pochi mesi dunque, per sapere se le sorti di padre Gratien Alabi, saranno ribaltate.